AI, privacy, e nuove competenze. La politica inizia a riflettere

L’impatto dell’AI sulla privacy non è più una previsione futuristica, né una possibile sceneggiatura di un film fantascientifico. Il tempo in cui rendere prassi ragionata l’uso di questa tecnologia è questo. Anche il parlamento italiano lo ha capito. Il tema centrale è quello della privacy e della sicurezza. Da qui l’idea di costituire un gruppo parlamentare che nasce anche dal confronto con l’Istituto Italiano per la Privacy e la valorizzazione dei Dati.

Le risposte politiche dovranno essere date anche in termini di competenza nella dirigenza di AgCom e del Garante della Privacy. Tra giugno e luglio di quest’anno scadranno i mandati, settennali e non rinnovabili, dei membri di queste che sono le due autorità che monitorano la regolamentazione nel campo del TIc e del digitale.

Il tema della Privacy sfida fortemente quello delle competenze. È necessario avere non solo competenze giuridiche, etiche, ma anche tecnologiche insieme buona conoscenza delle dinamiche di mercato. Mentre ci stiamo preoccupano di capire come regolare quest’universo tecnologico enorme esso ha già creato la domanda di nuove figure professionali con livelli di competenza richiesti altissimi.

Alessandro Fusacchia, uno dei membri della commissione, ha dichiarato in un’intervista rilasciata al Corriere che: «Siamo di fronte a temi nuovi, a domande anche etiche nuove, a problemi tutti da capire, a soluzioni da esplorare. Le authority hanno bisogno di persone di grande integrità, capaci di leggere e giudicare ciò che sta accadendo nelle nostre società. Ci serve qualcuno che guidi e prenda decisioni alla luce di cosa potrebbe accadere nei prossimi 10 anni».

Fonte: Fusacchia: “Intelligenza artificiale non è nicchia digitale, impatto sui diritti fondamentali”

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