Interfacce cervello-computer: cosa sono e quali le criticità

“…Secondo questi scienziati è possibile introdurre delle leggerissime perturbazioni, che non vengono riconosciute come un errore dalla macchina ma, al contrario, vengono interpretate come un segnale corretto e, per tanto, processate dall’algoritmo di intelligenza artificiale della BCI. In tal modo, di fatto, è possibile hackerare una BCI facendo credere che il malato abbia dettato alla macchina cose diverse da quelle che ha pensato realmente. Il “giochetto” funziona sia con le BCI di tipo P300 che con i già citati SSVEP.

I ricercatori, però, precisano che il loro studio non intende denigrare l’efficacia e l’utilità delle BCI ma, al contrario, mettere in luce i loro punti deboli affinché siano superati: “Vogliamo sottolineare che l’obiettivo di questo studio non è quello di danneggiare i sistemi BCI basati su EEG, ma di dimostrare che sono possibili gravi attacchi verso queste macchine. Nella nostra ricerca futura, prevediamo di sviluppare strategie per difenderci da tali attacchi. Nel frattempo, speriamo che il nostro studio possa attirare più attenzione dei ricercatori sulla sicurezza delle BCI basate su EEG”….”
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