Nell’arco di un decennio siamo passati dalla fantascienza alla ricerca sperimentale, fino alla commercializzazione di computer quantistici. Pubblici e privati ogni anno mettono a disposizione ingenti investimenti, che permettono di accelerare gli sviluppi tecnologici e ottenere buoni risultati nella ricerca. Parliamo di una corsa iniziata negli anni Ottanta e che vede oggi “giganti” dell’informatica, come IBM e Google, fare a gara per la realizzazione e la diffusione dei computer quantistici. Attualmente le persone che si occupano di quantum computing sono circa un migliaio in tutto il mondo. Questa nuova tecnologia è stata applicata anche all’ambito farmaceutico, crittografico e alle simulazioni di sistemi complessi.
Si è parlato di meccanica quantistica anche alle OGR di Torino, durante una conferenza avvenuta l’8 novembre 2018. Erano presenti Andrea Rocchetto, ricercatore presso l’Università di Oxford, e Raffaele Mauro, Managing Director di Endeavor Italia e autore del libro “Quantum Computing. Tecnologia, applicazioni, investimenti”. Durante l’evento hanno spiegato come la fisica moderna, identificabile con la meccanica quantistica, metta a disposizione le sue proprietà nell’architettura dei calcolatori, dando vita ai computer quantistici.
“Mentre i computer tradizionali si basano sulla logica binaria per processare le informazioni,” scrive Raffaele Mauro nel suo libro “le unità di informazione dei computer quantistici sono i qubit, nei quali è presente una sovrapposizione di stati”.
Questa caratteristica permette ai nuovi elaboratori di svolgere, in un breve periodo, operazioni che ai computer tradizionali richiederebbero molto più tempo.
Oggi abbiamo a disposizione i primi esemplari di macchine e si può cominciare a sperimentare. Sono ancora molte però le sfide da superare per vederli in azione. Bisogna creare interfaccia e linguaggi di alto livello che permettano di introdurre i cambiamenti più significativi nel modo in cui si elaborano le informazioni.
Fonte: I computer quantistici risponderanno a domande che oggi non possiamo nemmeno immaginare