In quasi tutte le famiglie la sera è di norma accendere la televisione per ascoltare le notizie al telegiornale, o semplicemente per avere qualcosa in sottofondo mentre si mangia. Immaginate la loro reazione quando al posto del solito conduttore delle 20.30, si trovano sul monitor Xin Xiaowei.
“Ciao a tutti. Sono Xin Xiaowei, il primo conduttore di un notiziario basato interamente sull’intelligenza artificiale“. Ci troviamo in Cina, dove per la prima volta le notizie in televisione non saranno più date da un uomo in giacca e cravatta, o da una donna in tailleur, ma da un’intelligenza artificiale tridimensionale.
Sviluppato congiuntamente dalla società Sogou, specializzata in ricerche online, e dall’agenzia stampa ufficiale di Pechino (Xinhua News Agency), Xin Xiaowei riferirà le notizie per la Xinhua, creando una nuova e dinamica esperienza visiva.
L’aspetto tridimensionale del conduttore, nel nostro caso conduttrice, è stato modellato sul corpo di un vero giornalista dell’agenzia stampa, Zhao Wanwei. La società Sogou ha spiegato che Xin Xiaowei è animata dal “riconoscimento facciale e dall’apprendimento dell’intelligenza artificiale”. Ciò le consente di adattare in modo dinamico il tono della voce, le espressioni del viso e i movimenti delle labbra e la gestualità, in base alla natura dell’argomento trattato. Come input da cui trarre informazioni, l’intelligenza artificiale utilizza solo ed esclusivamente il testo della notizia da enunciare.
In un mondo in cui l’intelligenza artificiale è in grado di scrivere e leggere notizie al posto dell’uomo, il ruolo del giornalista cambia. La capacità di valutare, interpretare e commentare i fatti viene delegata alle macchine. La domanda sorge spontanea. Il futuro del giornalismo sono i robot in redazione?
Il web ha già “disintermediato” i media tradizionali e cambiato il valore delle notizie. Sono emerse figure come i citizen journalist e i blogger, che hanno aperto le porte a modelli nuovi di giornalismo. Tuttavia, resta fondamentale la verifica delle notizie e delle fonti, per riuscire a conciliare la velocità con l’attendibilità.
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Fonti: