L’intelligence economica nella sua concezione più evoluta è quella funzione che in aziende e istituzioni studia fenomeni che hanno rilevanza strategica in termini di sicurezza e competitività economica.
L’intelligence artificiale in tutte le sue forme è certamente un fenomeno di intelligence economica, per i suoi riflessi etici, sociali ed economici in termini di competitività generabile e di sicurezza economica per cittadini aziende e sistema paese.
Il fenomeno in ottica di intelligence economica va necessariamente valutato:
- per la sua capacità di ottimizzare i processi di intelligence, in termini di raccolta e di analisi dei dati
- per la sua capacità di innovare e ottimizzare processi sociali organizzativi, produttivi e di security.
- Per l’industry nazionale dell’AI
- Per le sue “esternalità” sulla società sulle imprese e sul sistema paese, in termini di etica, privacy e sicurezza.
Negli ultimi cinquanta anni il rapporto tra intelligence ed etica è entrato in crisi a causa dalla progressiva asimmetria informativa causata più in generale dalla digital transformation, ed alimentata in particolare dall’AI, come uno degli ultimi macro-protagonisti in ordine temporale.
Un rapporto che si è andato caratterizzando per un continuum di squilibri crescenti, con un numero sempre minore di soggetti in grado di progettare ed utilizzare, per lunghi periodi, strumenti tecnicamente esclusivi, con risultati prodotti a scapito e insaputa dei più, con ulteriori nuovi attriti tra intelligence ed etica.
Rispetto al passato infatti, la causa principale del massivo deficit cognitivo non va individuata nei limiti individuali e tecnici del processo di trasmissione della conoscenza, ma piuttosto nell’assenza di obblighi (normativi e sociali), per cui la volontà di pochi può produrre risultati funzionali da loro prefissi e a loro vantaggio, ma, come detto, con impatti anche negativi e ad insaputa di tanti.
Il presupposto per ogni innovazione dovrebbe essere di predire la reazione a questa conseguente, ovvero le esternalità o impatti positivi e negativi che si verrebbero a generare, per decidere se sia opportuno implementarla o meno. Un concetto di “anticipazione” ovvero di progettazione “by design”.
Smart city, industria 4.0, sistemi di sorveglianza, lavatrici e frigoriferi ‘intelligenti, robot body guard, armamenti, droni, sono alcune rappresentazioni dei milioni i dispositivi cosiddetti “smart” che, sfruttando algoritmi di Intelligenza Artificiale e Machine Learning, sono ormai entrati a far parte in modo dirompente della nostra vita quotidiana.
Un’escalation enorme di dati e impulsi, che ogni secondo transitano in rete, ed una preoccupazione crescente di come questi dati possano essere manipolati e delle conseguenze, in termini occupazionali, sociali, di business continuity, di privacy e di sicurezza, per aziende o stabilimenti ad alta correlazione sistemica come per piccole imprese o semplici cittadini.
Cercheremo pertanto approcciare al fenomeno in termini di Economic, Ethic & Security by design, ragionando sul ciclo dell’informazione su cui si fondano gli algoritmi di AI, dalla raccolta del dato alla sua analisi, la sua tutela e distruzione, su cui si fondano i processi di ricostruzione di azioni, comportamenti e decisioni umane.
Intervento in IA NO STOP – SOCIETA’ Venerdì 25 settembre ore 11.00 – 12.30
Breve biografia
Direttore del Centro Studi in Intelligence Economica e Security Management (CeSIntES), docente di Intelligence Economica e Security Risk management presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, PHD in public Management & Governance.
CeSIntES – Centro Studi in Intelligence Economica e Security Management, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Intelligence Economica e IA: progettazione ed etica delle policies
– Francesco FARINA, Direttore CeSIntES
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– Selene GIUPPONI, Comitato tecnico CeSIntES
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– Alessandro ROSSI, Comitato tecnico CeSIntES
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