Dati, ricerca scientifica, Covid-19. Il denominatore comune a queste tre realtà sembra essere l’intelligenza artificiale, che nel marasma di comunicazioni divergenti sull’origine e la possibile soluzione alla pandemia sembra essere l’unica realtà potenzialmente in grado di risolvere il problema e a quanto pare pure la prima a individuarlo anche se con poco credito da parte dei governi.
La potenzialità dell’intelligenza artificiale si trova più che nella capacità di elaborazione e soluzione dei problemi, oramai assodata, nel quantitativo di dati a disposizione. Una scarsa quantità di dati non sarebbe idonea a dare soluzioni adeguate a nessun problema. Sui dati si apre la questione della privacy.
O i dati o la vita! Seppur con una certa semplificazione la narrazione di questo periodo sull’uso della tecnologia e la gestione della pandemia sembra trovarsi davanti a questo bivio. È la prospettiva giusta? C’è una soluzione o più che cercare soluzioni è necessario abbracciare processi di discernimento, che richiedono un’accurata riflessione etica che apra a nuovi orizzonti?
Francesca Rossi – Ai Ethics Global Leader, Membro fondatore di Ibm Research e appena eletta presidente della Association for the Advancement of Artificial Intelligence (Aaai) – in un’intervista su Nòva, supplemento del Sole 24 sulla ricerca scientifica e innovazione – sostiene che la questione etica per l’intelligenza artificiale non riguardi solo «solo gli esperti di Ai ma tutti gli stakeholder, chi la produce, chi la usa e chi subisce le decisioni prese con il supporto dell’AI».
Per la Rossi la parola chiave è coinvolgimento e la strategia non può non essere che di coordinamento globale e multiculturale.
Il dibattito etico si sposta anche sul rapporto tra stato e aziende. A parte il gioco di parole è un dato di fatto che i dati appartengono per lo più alle aziende e dalle aziende spesso, come nel caso IBM di cui Francesca Rossi è membro, nascono gruppi di ricerca e riflessione sulle questioni etiche.
Rimane aperta la domanda: può la riflessione etica essere un valore commerciale? Fino a che punto e chi mette i limiti?
Fonte: