Domani chi governerà il mondo?

Si tratta del titolo di un libro di Jacques Attali, economista, saggista e banchiere francese. Nel testo pubblicato nel 2012 lo studioso scrive:«Bisognerà senza dubbio attendere che catastrofi di ordine finanziario, ecologico, demografico, sanitario, politico, etico, culturale[…] facciano capire agli uomini che i loro destini sono comuni. […] Si renderanno conto che l’umanità dispone di importanti carte da giocare per crearsi un futuro: tecnologie, competenze, risorse umane, materiale e finanziarie».

La soluzione prospettata da Attali consiste nella realizzazione di un governo democratico efficace sovranazionale. Interessante a questo punto la celebre dichiarazione del 2017 del presidente russo Vladimir Putin: “Chi governerà l’intelligenza artificiale, governerà il mondo”.

In questa disarmante e semplice affermazione si palesa ai più il fatto che l’intelligenza artificiale è anche un tema di rilevanza geopolitica. Le domande da porsi sono tante e riguardano tante aree tematiche, ma rispetto alla governance possiamo chiederci non solo chi prenderà le decisioni, ma anche cosa vuol dire di fronte all’intelligenza artificiale prendere delle decisioni.

Al convegno del 2019 del Garante per la Protezione dei Dati Personali, Maurizio Molinari, giornalista e attuale direttore di Repubblica, afferma che si tratta di «capire qual è la sfida che l’intelligenza artificiale pone alla sovranità nazionale e come può essere affrontata».

Allo stato attuale, ricorda Molinari, ci sono due modelli di governo dei dati: quello americano e quello cinese. Il primo si basa sulle corporation e il secondo sullo Stato. Chi possiede i dati è anche chi è in grado usare al meglio l’intelligenza artificiale.

L’approccio Europeo invece verte sulla protezione degli utenti, quindi mette al centro non le corporation, non lo stato, ma l’utente. Si tratta allora di armonizzare due tipologie di sviluppo quello democratico, messo a dura prova dalla tecnologia e dal web, e quello tecnologico.

La prospettiva di creare delle protezioni digitali, che sulla base del diritto europeo, declinano nella realtà digitale il nostro Stato di diritto è per Molinari la sfida da accogliere e sviluppare. Per far questo è necessario, ripercorrendo il pensiero di Attali, avere norme sovranazionali.

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