ROBERTO LATTANZI, “Intelligenza artificiale, Big Data e protezione dei dati personali”

Abstract dell’intervento

L’intelligenza artificiale ─e le sue applicazioni negli ambiti più vari ─si manifesta come una delle innovazioni tecnologiche più significative delle quali da più parti si prospettano i vantaggi e, verosimilmente, costituirà uno tra i fattori di una radicale trasformazione sociale, influenzando o modellando decisioni non solo individuali, ma pure collettive (di natura economica o politico-amministrativa). 
Non è però tutt’oro quello che luccica. Come già accaduto in occasione della svolta tecnologica di fine anni ’60 rispetto al “vecchio” dibattito sugli “elaboratori elettronici”, anche rispetto alla nuova dimensione tecno-sociale legataall’intelligenza artificiale si cela il pericolo di nuove forme di riduzionismo, di discriminazione e finanche di disumanizzazione.
Nuove sfide per l’(algor)etica, anzitutto, e il diritto si stagliano dunque in un orizzonte tutt’altro che remoto. In questa prospettiva, entro la cornice valoriale che la UE vuole antropocentrica, il diritto fondamentale alla protezione dei dati personali (ove questi ultimi siano coinvolti nelle concrete applicazioni dell’intelligenza artificiale) vienead occupare una posizione centrale e con esso le autorità di controllo che, in base alla Carta dei diritti dell’Unione europea, sono chiamate a presidiarlo al fine di assicurare l’effettività delle libertà individuali. Si tratta allora di comprendere, analizzandone punti di forza e carenze, se la vigente cornice normativa (che ha nel Regolamento generale per la protezione dei dati la sua architrave) ed istituzionale possa rappresentare lo strumento adeguato per affrontare le sfide dell’intelligenza artificiale o se debba essere affinata/potenziata. La dimensione collettiva (e  non solo meramente individuale) dei rischi generati dall’intelligenza artificiale, la mancanza di trasparenza dei sistemi di apprendimento automatico e decisionali e le difficoltà della loro valutazione, la disparità di potere tra chi se ne avvale e la (variegata) platea dei destinatari dei processi decisionali così realizzati, sono tra le questioni da considerare per non perdere (a livello sociale ed individuale) il controllo su ciò che, val la pena ricordare, costituisce il frutto dell’intelligenza umana. 

Intervento nel Convegno – GOVERNANCE VENERDì 25 SETTEMBRE – SESSIONE GOVERNANCE ore 9.30 – 14.00


Breve biografia

Garante per la protezione dei dati personali
Roberto LATTANZI, Dirigente del Servizio studi e documentazione

Roberto Lattanzi, dirige il Servizio studi e documentazione del Garante per la protezione dei dati personali ed ha operato, in qualità di “esperto nazionale distaccato”, presso il Garante europeo della protezione dei dati. Abilitato all’esercizio della professione forense, è professore a contratto di Diritto della privacy nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università cattolica del Sacro Cuore – Sede di Milano. In qualità di Marie Curie Fellow ha svolto attività di ricerca presso l’Institut für ausländisches und internationales Privatrecht dell’Albert-Ludwigs-Universität Freibug i.Br.