COVID-19: l’IA è uno strumento e il valore del suo utilizzo in qualsiasi situazione è determinato dagli umani che lo progettano e lo usano

“L’intelligenza artificiale (IA) ha il potenziale per aiutarci ad affrontare i problemi urgenti sollevati dalla pandemia di #COVID-19. Non è la tecnologia stessa, tuttavia, a fare la differenza, ma piuttosto la conoscenza e la creatività degli umani che la usano.

Gli umani hanno comunque un vantaggio sull’intelligenza artificiale. Sono in grado di apprendere lezioni da una determinata situazione e applicarla a nuove situazioni, attingendo dalle nostre conoscenze per fare le migliori ipotesi su cosa potrebbe funzionare o cosa potrebbe accadere. I sistemi di intelligenza artificiale, al contrario, devono imparare da zero ogni volta che l’impostazione o le attività cambiano anche leggermente.

La crisi COVID-19, quindi, mette in evidenza qualcosa che è sempre stato vero sull’intelligenza artificiale: è uno strumento e il valore del suo utilizzo in qualsiasi situazione è determinato dagli umani che lo progettano e lo usano. Nell’attuale crisi, l’azione umana e l’innovazione saranno particolarmente critiche per sfruttare il potere di ciò che l’IA può fare.

Progetti come il COVID-19 #OpenResearchDataset che fornisce il testo di oltre 24.000 articoli di ricerca, la rete neurale ad accesso aperto #COVID-net, lo sviluppo collaborativo di un sistema per identificare COVID-19 nelle scansioni polmonari, l’iniziativa che chiede alle persone di donare i propri dati anonimi, rappresentano importanti sforzi da parte degli esseri umani per mettere in comune i dati in modo che i sistemi di intelligenza artificiale possano quindi setacciare queste informazioni per identificare dei modelli.

Un secondo approccio consiste nell’utilizzare la conoscenza e la creatività umana. Gli esseri umani possono distinguere tra luoghi in cui è probabile che gli algoritmi falliscano e situazioni in cui i dati storici di addestramento sono probabilmente ancora rilevanti per affrontare questioni critiche e tempestive, almeno fino a quando non saranno disponibili ulteriori dati.

Tali sistemi potrebbero includere algoritmi che prevedono la diffusione del virus utilizzando i dati di precedenti pandemie o strumenti che aiutano le persone in cerca di lavoro a identificare le opportunità che corrispondono alle loro competenze.”

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Foto di Anna Shvets da Pexels