Artificial Intelligence City, l’evoluzione della città intelligente

Dalla fine degli anni ’90 si è iniziato a parlare del concetto di Smart City, definite da IBM come un sistema “che fa un uso ottimale di tutte le informazioni interconnesse disponibili oggi per comprendere e controllare meglio le proprie operazioni e ottimizzare l’uso di risorse limitate/(one that makes optimal use of all the interconnected information available today to better understand and control its operations and optimize the use of limited resources)”.

Oggi però questa definizione può essere integrata, superata dal concetto di Artificial Intelligence City, data da uno studio pubblicato su Sensors. La definizione, offerta da un gruppo internazionale di ricercatori, è la seguente: “Definiamo una artificial intelligent city come una comunità urbana che funziona come un solido sistema di sistemi, e le cui attività economiche, sociali, ambientali e governative sono basate su pratiche sostenibili guidate da tecnologie di Intelligenza Artificiale, che ci aiutano a raggiungere il bene sociale e gli altri risultati e futuri desiderati per tutti gli esseri umani e non umani”.

La domanda alla base dello studio è legata al capire se una città basata su infrastrutture di AI sarà capace di proteggere l’umanità da calamità naturali, pandemie e altri problemi.

Il concetto presentato nello studio è un salto in avanti, un’integrazione al semplice concetto di città intelligente, ma sicuramente lo sviluppo di una comunità basata su infrastrutture di AI e machine learning richiede una certa complessità.

Uno studio uscito nel 2016 analizzava così la questione dei dati generati dalle interazioni in uno spazio simile: “Sono ambienti complessi in cui miliardi di dispositivi e processi cyber-fisici interconnessi generano enormi quantità di dati”. La considerazione ci riporta ad una delle domande finali che i ricercatori si sono posti: “Come si possono sviluppare sistemi di AI per città che siano robusti, meno hackerabili e non utilizzabili per manipolare e controllare le popolazioni?”.

Il documento mette in luce degli aspetti molto precisi in cui l’AI può intervenire in città. Quando parliamo delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale significa che stiamo parlando di un kit di tecnologie che spaziano dal cloud computing avanzato, alla blockchain. Tutti questi pacchetti di tecnologie, che rientrano sotto la macrocategoria Intelligenza Artificiale, sono stati implementati tra il 2018 e il 2019 da molte aziende: “il numero di organizzazioni che hanno implementato l’AI è cresciuto dal 4% al 14%”.

Una ricerca di Mckinsey offre ad esempio la misura di come questo ecosistema tecnologico sia utile in una situazione come la salvaguardia di ambienti protetti: molti bracconieri che minacciano la fauna selvatica sono rintracciati tramite un sistema capace di incrociare le immagini termiche riprese da droni che sorvolano le aree protette. La protezione dell’ambiente però è solo un’area tra le tante in cui è possibile applicare protocolli simili.

Il World Economic Forum, come riporta anche lo studio su Sensor, ha già individuato 8 aree in cui l’integrazione tra città e AI può rappresentare una tecnologia in grado di essere un game changer: “(a) veicoli elettrici autonomi e interconnessi; (b) reti energetiche decentralizzate; (c) sistemi agricoli e alimentari intelligenti; (d) previsioni meteorologiche e climatiche di nuova generazione; (e) interventi intelligenti in caso di calamità; (f) città intelligenti, connesse e vivibili progettate dall’IA; (g) una digitalizzazione trasparente del pianeta; (h) un apprendimento potenziato per le scoperte nel campo delle scienze della terra”.

Tutto queste tecnologie sono vitali per la costruzione consapevole di città intelligenti e allora la visione ripresa dallo studio di Andrew Ng, cofondatore di Google Brain, può essere un efficace punto di vista: “L’AI è la nuova elettricità. Proprio come cento anni fa l’elettricità trasformava un’industria dopo l’altra, l’IA farà ora lo stesso”.

Partire dal ripensare la città sembra essere una ricetta che può portare a delle effettive e consapevoli risposte anche su temi complessi e cruciali come i cambiamenti climatici e il miglioramento delle condizioni sanitarie e di vita nelle aree più povere del pianeta.

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